Nella regione Marche, tra le tante attività che si possono realizzare in ambiente acqua e che ben conosciamo (kajak, nuoto, salvamento, etc.), forti della possibilità di utilizzare un cabinato a vela di circa 10 metri, ci siamo lanciati o meglio aperti al servizio verso ragazzi con difficoltà psico-fisiche proponendo loro una giornata in mare a bordo della nostra barca Aumpappà. Il tutto, naturalmente, oltre alle attività fatte con tanti Clan provenienti un po’ da tutta Italia, veglie alle stella alla fonda cullati dalle onde del mare, uscite di Co.Ca e imprese di squadriglia.
Come è nata questa nuova “avventura”? Nella maniera più semplice di tutte! Alcuni capi scout impegnati per lavoro con ragazzi con difficoltà psico-fisiche hanno pensato, con l’aiuto del settore e forti anche di altre esperienze simili realizzate in Italia e non, di provare anche con i loro ragazzi questa forma diversa di socializzazione e di terapia.
Il primo approccio-prova è stato effettuato con Leo, un ragazzo affetto da distrofia muscolare, il quale si è ritrovato nel giro di pochi anni su di una sedia a rotelle. I problemi a cui dovevamo dare una risposta erano di due tipi: il primo tecnico-strutturale, poiché la nostra barca Aumpappà ha un pozzetto chiuso per accedere al quale bisogna fare alcuni “scalini” dovuti alla presenza delle panche di seduta e dei bordi del pozzetto stesso; il secondo problema era di tipo psicologico-relazionale, cioè far sentire Leo un membro a tutti gli effetti dell’equipaggio facendogli acquisire fiducia nelle sue capacità di “marinaio” nonostante l’handicap.
Il primo dei problemi lo abbiamo risolto grazie alla prestanza fisica dei capi imbarcati, i quali letteralmente hanno sollevato Leo e lo hanno messo in barca. Al secondo ha pensato Leo, il quale, felicissimo di questa nuova ed impegnativa avventura, ha messo tutta la sua voglia di fare e di mettersi in gioco.
Le attività in cui Leo è stato coinvolto sono quelle relative alla conduzione di una barca a vela: issare le vele, timonare e seguire le bizzarrie del vento. Logicamente il premio al suo impegno è stato quello di poter fare, opportunamente assicurato e legato con salvagente e cima, un bagno in assoluta libertà al largo, cosa che non aveva mai provato in vita sua. È difficile descrivere la sua e la nostra gioia poiché certe emozioni si leggono sul volto delle persone coinvolte e non si possono riassumere in parole.
Questa prima esperienza ha fatto da volano per altre richieste da parte di Associazioni ed Enti che lavorano con ragazzi con difficoltà.
Visto l’esito positivo, fatte le debite considerazioni organizzative, abbiamo deciso che l’avventura poteva andare avanti e siamo arrivati ad imbarcare anche 5 ragazzi e ragazze con i relativi accompagnatori per ripetere con loro l’esperienza fatta da Leo. Ci siamo trovati impegnati con ragazzi che avevano paura di fare il passo che dal molo porta a bordo di Aumpappà, ragazzi che avevano paura del mare, persone con difficoltà nel parlare o fortemente chiuse in sè stesse.
La magia del mare e la meraviglia nel vedere dispiegarsi le vele al vento hanno fatto il miracolo di far sparire in queste persone ogni forma di paura e di timidezza. Chi aveva paura del mare ha trovato il coraggio di fare il bagno al largo, chi non aveva fiducia nelle sue capacità ha provato a timonare e, vedendo la barca rispondere alle sollecitazioni del timone, si è aperto in un grande sorriso di felicità.
Che dire!? per concludere queste poche righe riassuntive di una stagione particolare che vorremmo ripetere la prossima estate…se, come dice B.-P. “il sorriso è una chiave che apre molti cuori” siamo felici di averlo fatto e se, sempre con B.-P. “Il vero modo di essere felici è quello di procurare la felicità agli altri”, ci stiamo preparando per ripeterci e vedere altri sorrisi e visi pieni di gioia veleggiare con Aumpappà sul mare.
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